lunedì 30 marzo 2009

Verticale Aglianico del Vulture, Rotondo Paternoster

Non potevamo non riportare questo articolo di Luciano Pignataro sulla Cantina Lucana per eccellenza: Paternoster.

Annate della verticale: 1997,1998,2000



" Potenza è una città che non mi fa mai sconti: quando a gennaio Vito mi telefonò per invitarmi alla verticale di Rotondo, l'Aglianico del Vulture di nuova concezione a cui sono stati assegnati in assoluto i primi Tre bicchieri in Basilicata, pensai subito alla neve.

E così è stato due mesi dopo: bretella di collegamento chiusa tra Sicignano e il capoluogo lucano, giro per Polla e poi Brienza e Tito in un paesaggio lunare sotto lo zero. Mi azzardo anche senza catene (mai avute perché sulla Costa mai nevica) perché so che ne vale la pena: l'appuntamento è all'Antica Osteria Marconi dove il tandem Peppe Misuriello e Franco Rizzuti ha trovato il giusto equilibrio tra proposta e ospitalità.

Quello di Vito è il terzo di quattro appuntamenti di una rassegna dedicata all'Aglianico, a cui hanno preso parte Bisceglia, Cantine del Notaio e Titolo di cui trovate i resoconti di Iranna De Meo.

Leggi Paternoster e pronunci Don Anselmo, per questo motivo stavolta sul podio c'è il Rotondo che ha segnato una cesura con il passato finendo però per esserne riassorbito: nasce infatti nella proprietà acquistata dalla storica azienda di Barile proprio all'uscita della superstrada Melfi-Potenza, confinante con Titolo di cui originariamente era corpo unico. Un investimento che segna il passaggio di Paternoster dalla pura vinificazione delle uve acquistate alla produzione di proprie, il salto necessario a cui molti vinificatori, anche in Campania, sono stati costretti all'inizio degli anni '90 per essere adeguati alla imponente svolta assunta dalla filiera vitivinicola italiana.

Il Don Anselmo era, ed è, una selezione di uve, lavorato in legno grande, Rotondo invece è il primo vino passato in barrique. A dimostrazione di quanto sia cambiato il clima dopo il 2001, dobbiamo dire che effettivamente all'inizio il Rotondo è sembrato assumere quel ruolo di leadership territoriale e soprattutto aziendale grazie al riconoscimento della Guida Slow Food e Gambero Rosso, poi le cose sono cambiate e l'attenzione degli appassionati si è spostata nuovamente sul Don Anselmo ritornato ad essere life style grazie soprattutto alla sua lunga storia su cui abbiamo scritto e riscritto e al libro di Andrea Scanzi in cui è preso come esempio sommo di Aglianico. La campagna è così, si prende rivincite inaspettate sui luoghi comuni di città.

Ero dunque curioso di centrare l'attenzione su questo enfant prodige rimasto tale per rivivere l'atmosfera di quegli anni e capire come era stata vissuta in Basilicata. Devo dire subito che tutte e tre le annate non hanno quegli eccessi di legno, di colore e di alcol, che hanno invece caratterizzato il Vulture a partire dal 2001 con punte esaperate nel 2003. Lo stesso uso della barrique appare misurato e parco, niente vaniglia per capirci, ma soprattutto niente tagli invasivi con altre uve sicché alla fine, come spesso accade quando si lavora seriamente, i due stili apparentemente opposti, cioé legno grande e piccolo, si ricompongono con il passare degli anni. In sostanza, mi sono trovato di fronte ad un Aglianico elegante, complesso, molto pulito.

Un tono conservato anche in seguito come abbiamo potuto verificare con la 2005 servita durante la cena di cui ho scritto sul Mattino.

1997. Come sempre succede quando si va in verticale, l'annata più antica è quella che riscuote più successo. Ciò dipende certo dal fascino esercitato dagli anni, ma anche dalle caratteristiche dei vini da invecchiamento che si esprimono sempre meglio quando sono aiutati dal tempo. La 1997, come è noto, è stata tra l'altro una grandissima annata, certamente superiore alla 1998 e alla 2000 in questione. Il colore è ancora rubino con riflessi granato, al naso ci sono nuances di conserva di amarena, note balsamiche, caffé appena tostato, un tono fumé mentre in bocca l'attacco è piacevole, abbastanza morbido, conferma eleganza e finezza con grande freschezza capace di dirigere la beva e portarla avanti sino in fondo.

Un vino di corpo, bevibile, lontano mille miglia dalla concentrazioni esplose a cavallo tra gli anni '90 e il decennio successivo. Insomma, un vino dal sapore antico. Quando uscì, dice Vito, nessuno se ne accorse.


1998. Ecco il primo Tre Bicchieri della Basilicata. Oggi questa nota può lasciare indifferenti, soprattutto gli addetti ai lavori, ma quando furono assegnati la cosa fece davvero rumore perché era incredibile che una regione di così grande tradizione potesse essere in qualche modo esclusa dal movimento di ripresa che aveva caratterizzato tutta l'Italia. Qui il colore rubino non ha unghia, al naso prevale molto netta l'amarena, ancora balsamico, l'attacco è più dolce con l'acidità che, pur ben presente, appare un passo indietro rispetto alla 1997. Complessivamente un vino più equilibrato, elegante e fine, ma anche un po' meno complesso del 1997.


2000. Come ben sanno gli appassionati, annata calda anche in Irpinia e Vulture, sebbene senza i picchi esagerati del 2003 e dell'agosto 2007. Questo andamento climatico non giova alla distensione dei vini che si presentano sempre in modo compatto e impettito. In questo caso la frutta fresca rossa domina sofrana il naso e lo abitua ad un rapporto quasi monocorde. Un vino pieno di materia, ma, attenzione, sempre non concentrato, dove tutto è risolto dalla acidità del vitigno che in bocca riesce ad esprimere salvifici toni minerali.


Saltata la 1999 non prodotta, a nostro avviso la 2005 si ricollega più alla 1997 che alle altre due annate. Lo stile Paternoster, proprio come Mastroberardino, resta comunque sobrio, caratterizzato ma non imposto, il vino aspetta sempre di essere scoperto invece di scoprirsi. Anche quando, come in questo caso, è in legno piccolo.
Sono le due: esco e trovo l'auto seppellita dall'abbondante nevicata. Con un po' di fortuna, il piano dell'Anas ha funzionato, navigo notturno nel bianco sino alla pioggia in compagnia dei Pink, nella testa i vini e il ricordo della serata passata con gli amici di sempre. Quale migliore cornice per il nostro amico Aglianico?

lunedì 23 marzo 2009

Cantine D'Italia 2009, presentazione guida


Riceviamo e pubblichiamo:



Mercoledì 25 marzo a Milano la presentazione nazionale della nuova edizione della Guida Go Wine. Cantine d'italia 2009 - la Guida per il turista del vino. 520 cantine che valgono il viaggio con 170 Impronte d'eccellenza per l'Enoturismo e degustazione dei Vini Top delle aziende premiate.

Mercoledì 25 marzo 2009, presso l’hotel The Westin Palace***** di Milano sarà presentata la nuova edizione della Guida "Cantine d'Italia 2009" edita da Go Wine e dedicata all'Enoturismo con 522 cantine aperte anche nel weekend che "valgono il viaggio", 1800 vini segnalati, 1000 indirizzi utili per mangiare e dormire, schede regionali di approfondimento sui vitigni autoctoni e sui territori del vino, e un atlante cartografico a colori con 23 cartine geografiche di consultazione.

Una Guida a tutto campo “per il turista del vino”, destinatario dell’opera realizzata da Go Wine, Associazione Nazionale di consumatori turisti del vino. L’opera è curata dal presidente dell’Associazione Go Wine Massimo Corrado e dal giornalista Massimo Zanichelli, in collaborazione con Giampaolo Gravina, Francesco Falcone e altri giornalisti di settore.

Nel corso della presentazione saranno premiate le 173 cantine che hanno ottenuto in guida il riconoscimento dell'Impronta, assegnata alle aziende che hanno ottenuto il più alto punteggio complessivo nelle valutazioni su Sito, Accoglienza e Vini. E' una sorta di segno ideale che Go Wine lascia sui "luoghi del vino" assolutamente da percorrere. Le 173 Impronte, che rappresentano l'"eccellenza" nel campo dell'Enoturismo nazionale, sono così suddivise: 2 in Valle d'Aosta, 34 in Piemonte, 2 in Liguria, 14 in Lombardia, 31 in Veneto, 4 in Trentino, 5 in Alto Adige, 8 in Friuli Venezia Giulia, 6 in Emilia Romagna, 30 in Toscana, 6 nelle Marche, 6 in Umbria, 1 nel Lazio, 2 in Abruzzo, 8 in Campania, 3 in Puglia, 2 in Basilicata, 2 in Calabria, 6 in Sicilia e 1 in Sardegna. Dopo la presentazione della Guida sarà allestita la degustazione dei 173 "Vini Top" di ogni azienda premiata.

Le 522 cantine presenti nel volume sono state scelte in base all'esperienza diretta e in rapporto a due requisiti: disponibilità alle visite anche durante il sabato e/o la domenica, più la vendita diretta in cantina. Per ogni cantina una pagina ricca di notizie: dall’anagrafica aziendale con tanto di ettari vitati e bottiglie prodotte ai referenti interni da contattare; dai giorni e gli orari di visita alle informazioni stradali; dal racconto delle suggestioni che la cantina e il suo contesto offrono al visitatore a una serie di utili appunti sui vini aziendali con indicazione del vino top, del miglior rapporto qualità-prezzo e degli altri vini da conoscere, con la menzione dei vitigni per i vini che non appartengono alle denominazioni di origine. Le stelle (su scala 5) qualificano invece tre aspetti fondamentali di ogni cantina: il sito, l'accoglienza e i vini. Inalterato è sempre lo spirito dell'opera: spingere l'appassionato a viaggiare per conoscere il fascino del territorio del vino italiano attraverso il racconto di molti suoi interpreti d'elezione.

Dove e quando:

Milano mercoledì 25 marzo p.v. presso:
Hotel The Westin Palace, piazza della Repubblica 20 - www.westin.com
- ore 17.30: presentazione della Guida e premiazione attraverso diploma di tutte le aziende che hanno ottenuto il riconoscimento de “Le Impronte di Go Wine”;
- ore 19-22: degustazione in esclusiva del Vino Top di ciascuna azienda premiata, aperta a giornalisti, operatori ed enoappassionati.


Per informazioni:
Redazione Go Wine Editore
Claudia Cavadore
Tel: 0173 364631
E-mail: gowine.editore@gowinet.it


venerdì 20 marzo 2009

News : Il turismo enogastronomico in forte crescita, il web come mezzo principe per informarsi

Il turismo enogastronomico in forte crescita, il web come mezzo principe per informarsi

Una ricerca Censis/Città del vino, segnala che il settore ha un giro d'affari di circa 2,5 miliardi di euro



I fattori d'attrazione

Dal punto di vista della domanda, secondo il parere delle aziende della filiera del vino intervistate, la degustazione in cantina risulta essere l\'attrazione preferita dei visitatori (93,5% delle preferenze). Seguono la visita alla cantina (85,8%) e, dato interessante, la vendita dei vini (57,4%). Elementi di minore interesse sembrano essere la vendita dei prodotti tipici (5,9%), la possibilità di pernottare in azienda (6,5%), le cene a tema (8,3%) e, sorprendentemente, la ristorazione (9,5%). Un certo fascino esercita la visita al vigneto (30,2%).

Il web ed il passaparola

Alla base del successo dei tour enogastronomici c\'è un mix di antico e moderno: se da una parte gli appassionati utilizzano con frequenza il web (quasi il 50% degli italiani naviga in Internet e sono oltre 10 milioni coloro che praticano il turismo online, il settore con il maggior tasso di crescita dell\'e-commerce), questo non significa il tramonto del classico passaparola, che è sempre considerato dagli addetti ai lavori come il primo fattore di promozione e comunicazione. Le strategie suggerite dalle aziende vinicole per potenziare lo sviluppo enoturistico dei luoghi d\'offerta sono legate, in primo luogo, alla necessità di promuovere la realizzazione di eventi eccezionali legati all\'enoturismo (55,4% delle preferenze), senza però tralasciare gli investimenti sulla comunicazione via internet (48,2%) e la formazione degli addetti (46,4%).

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foto:regionecampania.it
fonte: Censis/Città del vino

lunedì 16 marzo 2009

All'Antica Osteria Marconi di Potenza c'è Cantine del Notaio



Abbiamo letto di questa bella serata sul sito di luciano pignataro.

Merita di essere riportata, l'articolo è di Iranna Di Meo

"Una passione ereditata. Come un bene lasciato in eredità. Come si fa davanti ad un notaio. Un destino segnato il suo. Era appena un bambino di sette anni quando un giorno, il nonno, seduto vicino a una tralcio di vite gli disse: <>. Intrigante e affascinate la storia raccontata da Gerardo Giuratrabocchetti, proprietario della “Cantine del Notaio”.

Un’azienda nata nel 1998 a Rionero in Vulture con la complicità della moglie Marcella. Prima un progetto viticolo con la piantagione di vigne in cinque comuni, posizionate nelle contrade storiche del Vulture. Inizia così la sperimentazione e la ricerca sulle potenzialità del vitigno Aglianico. Protagonisti della serata all’Antica Osteria Marconi per la rassegna di enogastronomia “Vino e Cucina. Alla scoperta dei sapori della nostra terra”, i vini notarili. Presentati in anteprima i due bianchi dell’azienda: “Il Preliminare” e “La Raccolta”. “Il Preliminare”, il cui nome rimanda a un doppio senso: da una parte deriva dal linguaggio notarile (come del resto le altre etichette: La Firma, Il Repertorio, Il Rogito, Il Sigillo), dall’altra è un buon incontro a tavola.


È un vino ottenuto con base di Aglianico, privato di bucce, lavorato in bianco e in acciaio. <>. Abbinato su antipasti un po’ osé per la filosofia dell’Osteria come le alici con zucchine e menta servite su salsa di pomodoro Pachino speziato e una caprese scomposta con le seppie e mousse di mozzarella di bufala che appena la forchetta affondava in giù, si scioglieva come la neve. “La Raccolta”, sempre con base Aglianico, ma con l’aggiunta di una selezione di uve quali sauvignon e fiano e lavorato in barrique. E’ stato servito su un carpaccio di baccala' con insalatina di agrumi e peperoni cruschi. <
Privandolo della buccia abbiamo commesso una sorta di peccato, ma la domanda chiede anche vini bianchi del territorio per abbinarli a portate di pesce. Basti pensare alle nostre zone di mare. È stata un’interessante sfida interpretare l’Aglianico e valorizzare le sue potenzialità>>. Dopo aver osato sugli antispati ecco un primo piatto rivisitato, la paiella barese reinterpretata secondo la creatività dello chef Francesco Rizzuti: un risotto mantecato con grana padano, caciocavallo podolico, tocchetti di patate spadellate e mollica di pane croccante. Come di consueto, ovviamente, i piatti sono stati presentati a tavola dall’ottimo comunicatore, qual è Giuseppe Misuriello, proprietario dell’Osteria. A questo primo è stato abbinato un rosato, Il Rogito.

Come primo ancora paccheri con la carbonara .... e i puparul crusk. Per secondo, lombo di maiale laccato al miele e servito su salsa di mele alle spezie. E per finire in dolcezza, un semifreddo torroncino e agrumi abbinato con il passito L’Autentica.

<>. Tra i progetti nel cassetto quello sull’aceto balsamico e sull’olio. <>.

Un progetto aziendale, culturale, di comunicazione del proprio territorio: è questa la forza di Cantine del notaio. <>. Un abbinamento sapiente che potrebbe creare sviluppo. Soddisfatti gli organizzatori di questa rassegna enogastronomica, Giuseppe Misuriello e Feliciano Roselli dell’enoteca “Cantina di Bacco”. Prossimo appuntamento il 20 con i vini di Paternoster, dove si registra già il tutto esaurito.

venerdì 13 marzo 2009

Male l' Export Vini nel 2008, Bene gli Spumanti

NEL 2008 EXPORT DEI VINI – 7%, VOLANO GLI SPUMANTI


Tempi difficili per il vino italiano sui mercati internazionali. Il 2008 si è chiuso con il segno meno sul fronte export, a 17,8 milioni di ettolitri, con una variazione negativa del 7%. In leggera crescita invece i valori, saliti del 2% a 3,6 miliardi di euro.

Male il segmento dello sfuso, precipitato del 16% a volume, mentre l’imbottigliato contiene il calo a -4% per un fatturato stabile a 2,8 miliardi. Segni meno in questo segmento sia per i vini da tavola (bianchi -4% e rossi -10%) sia per i Doc-Docg (bianchi -4%, rossi -8%). Bene il comparto spumanti, che archivia l’ennesimo anno di grazia, con aumenti in volume del 15%, a 1,4 milioni di ettolitri, e valori su dell’11%, a poco meno di mezzo miliardo.

E soprattutto l’Unione europea il mercato su cui soffriamo di più: in un anno il saldo è negativo per il 10%, mentre i Paesi terzi tengono, con un +2%. In Europa stentano la Germania, il primo acquirente di vini italiani, che con i 5,6 milioni di ettolitri importati nei 12 mesi segna un calo del 10%, la Francia (-27%), l’Austria (-25%), la Danimarca (-6%). Stabile il Regno Unito (-1%), seconda piazza per il nostro vino, mentre soffrono gli Stati Uniti, terzo mercato a volume (-2%) e primo a valore con quasi 800 milioni di euro di fatturato (-4%).

Fra gli altri grandi acquirenti, stabile la Svizzera (-1%), in leggera ripresa il Canada (+2%) e a doppia velocità la performance della Repubblica Ceca, che a un calo in volume del 3% affianca una crescita a valori del 13%.

Sui mercati di seconda fascia, invece, volano le performance della Russia (+36% a volume e +12% a valore), che si attesta come 12ª piazza per il nostro vino; bene il Giappone (+6%), la Polonia (+10%), Svezia e Norvegia, mentre in grossa sofferenza sono l’Ungheria, che ha praticamente dimezzato gli acquisti, e la Slovacchia (un terzo).

A un Brasile in calo del 2% da contraltare un Messico in piena espansione (+34%), mentre sul mercato asiatico, a Cina e Corea che prendono fiato (+1% e -1%) e a un’India in crisi (-17%) fanno da contrappeso le spettacolari performance registrate sulle piazze di Hong Kong (+29%) e Singapore (+17%). Segnaliamo infine la crescita esplosiva registrata sul mercato degli Emirati Arabi, con volumi aumentati del 50% e valori più che raddoppiati


Fonte: Agronews

giovedì 12 marzo 2009

Per Luoghi & Cantine, AIS Cliento & Vallo Di Diano

Associazione Italiana Sommelier

SEZIONE TERRITORIALE DELLA CAMPANIA
DELEGAZIONE A.I.S. DEL CILENTO E VALLO DI DIANO

Sabato 14 marzo
primo appuntamento

“Per Luoghi e Cantine, viaggio nel mondo rurale della Campania e non solo”

La delegazione AIS del Cilento e Vallo di Diano vi invita al primo degli appuntamenti mensili che vedranno aziende vitivinicole e territori coinvolti in un suggestivo percorso di conoscenza del mondo rurale .

VISITA AL COMUNE DI TORCHIARA E ALL’AZIENDA
VITICOLTORI DE CONCILIIS


Programma:

•ore 9,30 incontro nella piazza Torre di Torchiara e visita del centro storico di Torchiara
•ore 11 visita al vigneto
•ore 11,30 visita alla cantina e degustazione

E’ indispensabile la prenotazione (Maria Sarnataro 3389296146 masarnat@tiscali.it) poiché i posti disponibili sono 25

martedì 10 marzo 2009

Il Taurasi Docg, conquista quattro stelle l’annata 2005

Articolo tratto da Il Mattino dello scorso lunedì 02 Marzo





Taurasi Docg, quattro stelle all'annata 200502-03-2009 sezione: PIACERI

NAPOLI (2 marzo) - Quattro stelle all'annata 2005 del vino Taurasi Docg. Lo ha stabilito un'apposita commissione formata da tecnici operanti in provincia di Avellino e presieduta da Luigi Moio, professore ordinario di Scienze e tecnologie alimentari all'Università di Napoli. Il rating attribuito dalla commissione equivale a un'annata ottima. Nel medio termine, potrebbe anche esserci un eventuale ritocco del giudizio, come già accaduto per il Taurasi 2001. Gli enologi, riuniti per formulare una prima sintesi sul valore della vendemmia 2005, si sono concentrati sui principali aspetti produttivi e organolettici evidenziando il carattere "duro e austero" dell'annata, ma anche la notevole "integrità e complessità aromatica" di buona parte dei vini testati e il loro promettente potenziale di invecchiamento. Da un punto di vista quantitativo, la 2005 è stata un'annata piuttosto scarsa per l'aglianico, base del Taurasi, specialmente se rapportata all'abbondante vendemmia 2004. In linea con i trend degli ultimi anni, diminuisce ulteriormente la produzione di aglianico destinato a Taurasi Docg. A fronte di 830 ettari iscritti all'Albo dei vigneti, le denunce di produzione si riferiscono a una superficie vitata pari a 262 ettari. Da questa superficie sono stati prodotti 14.999 quintali di uva e 9.749 ettolitri, pari a 1.299.953 bottiglie di Taurasi Docg della vendemmia 2005. Sabato e domenica prossimi, a Taurasi, nel cuore dell'Irpinia, si svolgerà la settima edizione di Anteprima Taurasi Vendemmia 2005, presso il Castello Marchionale.